I "velociraptor mongoliensis", il cui nome significa letteralmente "uccello rapace veloce", sono stati oggetto di ampio dibattito scientifico, in seguito a importanti ritrovamenti negli ultimi anni, avuti in particolar modo in Mongolia.
Appare assai probabile che questa specie di dinosauro vissuto nel Cretaceo circa 90 milioni di anni fa, a discapito delle "squamose" trasposizioni cinematografiche, fosse ricoperto da un folto piumaggio, per scongiurare i rischi della termo-dispersione. Per assurdo assomigliava più ad un grosso pollo, che non ad un t-rex.
Bisogna considerare, infatti, come i piccoli dinosauri avessero grosse difficoltà a mantenere elevate le temperature del proprio organismo, specie in fasi piuttosto fredde per il Pianeta.
E' proprio il caso del nostro Velociraptor, le cui dimensioni medie non andavano oltre 1/1.5 metri d'altezza e i 2 metri di lunghezza. La stazza modesta, stimata essere quasi 1/6 di quella del Tirannosaurus Rex, favoriva la specie in agilità: secondo degli studi, infatti, un velociraptor medio poteva superare i 35 km/h, valori record per il mondo dei dinosauri.
La ricostruzione dell'habitat in cui viveva la specie, ci ha permesso di capire le caratteristiche peculiari di uno dei dinosauri più affascinanti e discussi della storia.
Dotato di un'astuzia fuori dal comune e da un altrettanto notevole aggressività, il raptor attaccava spesso prede di stazza a lui superiore, sfruttando la potenza degli arti inferiori, costituiti da tra 3 dita per zampa, e l'incisività degli artigli ad uncino. Si tratta di uno dei predatori più pericolosi e scaltri del Cretaceo, un vero incubo delle zone paludose popolate dagli erbivori di medie dimensioni e dai brontosauri, benchè di dimensioni straordinariamente superiori.
Non vi sono certezze, invece, per quanto concerne le reali cause che portarono all'estinzione di questa formidabile specie di predatori.
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